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Fumare il narghilè: aspetti chimici e farmacofisiologici, uno studio universitario completo

Narghilè Shisha
Fumare il narghilè: aspetti chimici e farmacofisiologici, uno studio universitario completo

Narghilè shisha è dannoso per la salute? fa male?

Da un articolo della prestigiosa rivista di tabaccologia un estratto sui danni derivanti dal narghilè

In questa rassegna tratteremo dei principali elementi del fumo di narghilè, precisando prima di tutto che questo è
sostanzialmente diverso da quello di
sigarette. Ci sono varie ragioni. Per prima cosa si tratta di un prodotto di diversi preparati a base di tabacco, di cui il più
diffuso è il tabamel, una miscela di glicerina e melassa, riscaldato da una mattonella di carbone, dal quale è separato per mezzo di un foglio di alluminio forato in più punti. Altro preparato è il tumbak, costituito da foglie di tabacco, più volte lavate e asciugate, conservato allo stato umido e poi riscaldato direttamente in un fornello in stretto contatto con il carbone. Infine vi è il jurak, prodotto intermedio che, per semplificare, è un tabamel non aromatizzato. In seguito alla depressione determinata da una aspirazione zione compiuta dal fumatore nel boccaglio, il fumo, prodotto dalla combustione o dalla distillazione di uno di questi preparati, scende lungo una cannula verticale per bagnarsi in una vaso contenente dell’acqua. Da qui riemerge per entrare nel tubo a serpentina, lungo da uno a due metri, per poi arrivare nella bocca del fumatore.

Nicotina e cotinina
I tassi di nicotina indicati sulle confezioni di tabamel variano, di solito sono intorno allo zero. Ovviamente questi valori, sia che si tratti di tabamel o di sigarette, valgono per un impiego in condizioni standard precise.

Per informazione, riportiamo a seguire i risultati del dosaggio di alcaloidi con HPLC su dei campioni grezzi di tabamel tunisino (“La rose “del gruppo“ Cheikh-el-beled”), obbligatori prima della commercializzazione in Francia.


Per quanto riguarda i catrami, che si formano solo con la combustione, le confezioni, ancora una volta, vantano
valori prossimi allo zero. Ancora una volta, ci sembra che questi valori ufficiali riflettano un rendimento stabilito da
delle macchine. Da qui, supponiamo che i parametri utilizzati per le sigarette siano sistematicamente applicati per il calcolo del rendimento del tabacco per narghilè.
In effetti, i laboratori nazionali, come quelli di ex-Seita in Francia, non sono attrezzati per il narghilè e non esiste
norma in questo campo. Poiché questi “altri prodotti da fumare” vengono venduti in Francia e in altri paesi, le autorità
competenti probabilmente li assoggettano alla norma ISO del calcolo del rendimento delle sigarette, cioè quella che fa riferimento ad aspirazioni di 35ml in 2 secondi ogni 2 minuti, utilizzata per le sigarette. Ed effettivamente per dei “tiri “così scarsi non sarebbe stupefacente che il rendimento in catrame e nicotina fosse così scarso. Hoffmann (14) aveva scoperto che il narghilè (con tumbak e per due inalazioni di 2 secondi e 35ml al minuto) riduceva del 50% la nicotina: 38 mg (0,74g di sostanza particolata) dell’alcaloide per 100 g di tabacco e 84 mg (1,7 gdi particolato ) senza acqua - ovvero senza filtrazione - per la stessa quantità di tabacco. 1g di particolato dell’aerosol conteneva 51,4 mg di nicotina nel primo caso e 49,5 nel secondo. Nella stessa esperienza, due diversi tipi di sigaretta americana (85 mm; 1,17g; rispettivamente 1 e 2 aspirazioni di 2 sec. e 35ml per minuto; fumate fino a 23mm dall’estremità) davano i seguenti risultati: 270mg e 480 mg di nicotina (per, rispettivamente 4,1 e 6,2 g di componente particolata).1g di componente particolata di aerosol
conteneva quindi 65,9 mg di nicotina nelprimo caso e 77,4 mg nel secondo.

Un piccolo estratto, ma molto esaustivo ma per chi avesse voglia di approfondire seguite il seguente link